Artribune dedica un articolo al progettista di Mate Matteo Zambon, dottorando in Ingegneria Civile-Ambientale e Architettura all'Università Units di Trieste, che sta approfondendo le potenzialità dei software di Intelligenza Artificiale nell'ideazione di progetti architettonici.
L'AI costituisce “soltanto” un valido supporto al lavoro creativo dell'architetto: tra le sue potenzialità c'è sicuramente la capacità di allargare i confini dell'immaginazione e semplificare il processo di ideazione. “L'Intelligenza Artificiale può essere benissimo usata dal progettista come strumento, perché può regalare una serie di suggestioni che appartengono anche a mondi diversi” ma in ogni caso non si sostituirà facilmente all'interpretazione umana perché il ragionamento sull'architettura è molto più complesso. L'architettura non è semplicemente un'immagine, ma è anche capacità tecnica e poetica, cultura, sensibilità e contestualizzazione in un'area specifica. È difficile sostituire questi meccanismi, anche inconsci, dell'uomo con una semplice elaborazione fatta dal computer”.
Secondo il progettista di Mate, il futuro dell'architettura sarà comunque inevitabilmente legato al machine learning. Non solo per quanto riguarda i software di AI che agevolano la fase creativa, ma anche per le innovazioni che si prevedono nei sistemi di progettazione.